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Le ricevute delle bollette: conservarle è un fatto di previdenza

Le ricevute delle bollette: conservarle è un fatto di previdenza

20 maggio 2020 / Notizie nazionali

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Previdenza (non nel senso di stato sociale: di welfare, come si dice oggi) è anche mettersi al riparo dalla sorpresa di sentirsi dire: caro signore (o signora), lei non ha pagato la bolletta del mese x (tanto per dirne uno, a titolo di esempio: marzo) dell'anno y (mettiamo il caso, il 1999).

Per essere pronti a rispondere dimostrando che invece si è perfettamente in regola, non c'è che un modo: conservare le ricevute dei versamenti effettuati. Che non sono pochi, sommando quelli per tasse (come il bollo auto o il canone tv), servizi pubblici (luce, gas, telefono) e altre categorie (le rate di un mutuo o di un bene acquistato in forma dilazionata).

Questo un sintetico vademecum su quali documenti tenere in archivio e per quanto tempo. Estratti conto bancari e postali: due mesi (oltre i 60 giorni, infatti, non è più possibile contestare eventuali errori). Quietanze Rc-auto, operazioni bancarie e bonifici, pagamenti a spedizionieri: un anno. Scontrini di acquisti: due anni (la garanzia per i beni di consumo prevede infatti che il consumatore ha due anni di tempo, dal momento di un acquisto, per accorgersi di eventuali difetti della merce). Ricevute di pagamento di artigiani (imbianchini, idraulici ecc); parcelle di avvocati, commercialisti, notai, ecc; cambiali in genere: tre anni. Bollo auto: tre anni (anche se nel frattempo l'auto è stata venduta). Versamenti Ici e tasse rifiuti: quattro anni. Multe stradali, versamenti Iva e Irpef, ricevute d'affitto e spese condominiali, pagamenti vari effettuati tramite conto corrente: cinque anni.

Bollette di utenze domestiche (luce, gas, telefono): cinque anni, anche se pagate tramite banca (per il solo canone fisso, però, il periodo si estende a 10 anni). Ricevute del canone Rai, versamenti dei contributi alle colf, tasse e imposte in genere, attestazioni dell'avvenuto versamento dei contributi previdenziali: dieci anni. Infine, consigliabile non disfarsi mai di: lettere d'assunzione, licenziamento e dimissioni; buste paga, diplomi scolastici, documenti di matrimonio e divorzio, atti notarili, rate pagate del mutuo (almeno fino ad estinzione dello stesso), risultati di esami clinici.

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